L’esito era stato già previsto, adesso si aspetta la sentenza. L’incontro fra il presidente della Sia e sindaco di Cerignola, Franco Metta, e il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, non ha prodotto nessun frutto. Questo lo sapevano bene sia maggioranza che minoranza, infatti l’anticipo di bilancio votato in Consiglio comunale è stato soltanto: «Un modo per andare all’incontro con una proposta concreta fra le mani», come ha affermato il primo cittadino casalino. Insomma, su un aumento richiesto dall’azienda responsabile della nettezza urbana dei 10 comuni del bacino Foggia 4 di circa 800mila euro poi sceso a 500mila, Trinitapoli ne ha presentati poco più di 300mila. La mediazione tu per tu non ha funzionato e quindi non resta che aspettare la sentenza del prossimo 29 settembre (voluta da Sia nei confronti di Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia che hanno fatto il braccio di ferro) che stabilirà chi avrà ragione fra le parti. Secondo la maggioranza ci sono buone possibilità che il giudice imponga all’azienda la cifra proposta da di Feo. Di certo c’è che San Ferdinando ha scelto la linea oltranzista e non è scesa a nessun patto fino al pronunciamento del giudice.

Nel frattempo i sindaci hanno garantito: «La distanza tra le parti non inficia i buoni rapporti istituzionali. Abbiamo chiesto ai nostri tecnici e agli organismi di Sia di continuare a lavorare in queste ore». La crisi dell’azienda, lo ricordiamo, è nata così: negli anni passati grazie al 5° lotto, cioè la discarica, ancora fruibile la Sia raccoglieva anche l’immondizia dei comuni extra bacino. Con la chiusura del lotto perché colmo di rifiuti, a Cerignola si sarebbe dovuto aprire il 6° lotto, cioè un’altra discarica. L’attuale sindaco Franco Metta ha scelto di non aprirlo, utilizzando la cosa come bandiera da campagna elettorale del 2015 poi vinta, nonostante fosse anche il presidente della Sia. Questo ha causato non solo una perdita di guadagno, ma anche una maggiore spesa per conferire i rifiuti fuori dal proprio territorio, a Grottaglie.