«Non sono d’accordo a realizzare un centro di accoglienza per immigrati a Trinitapoli». Il sindaco Francesco di Feo scrive al prefetto della provincia Barletta-Andria-Trani, Clara Minerva, esponendo le argomentazioni per le quali ritiene “inopportuna” la struttura. Dalla Prefettura nei giorni scorsi era stato comunicato che era stata presa in consegna una parte dell’immobile di Via Vigne Vecchia, attraverso un apposito comodato d’uso con i proprietari della Fondazione di culto e religione Villaggio del Fanciullo – Cristo lavoratore. Lo scopo, la realizzazione di un centro di accoglienza straordinaria per stranieri richiedenti la protezione internazionale.

«La posizione di Trinitapoli – spiega il sindaco – è di cerniera tra Cerignola ed Andria, dove insiste un tasso di criminalità, comune ed organizzata, davvero ragguardevole. La città di Trinitapoli, come altre realtà, ha un numero di Vigili urbani al di sotto del fabbisogno della comunità. I Carabinieri, nonostante gli sforzi profusi, non riescono a controllare un territorio così vasto, che confina con Barletta, San Ferdinando, Margherita di Savoia e la stessa Cerignola». A novembre il sindaco di Feo aveva partecipato ad un vertice in Prefettura, in occasione del quale aveva chiesto una maggiore attenzione, attraverso un funzionale coordinamento di Forze dell’Ordine sul territorio. Oggi la scelta del centro per immigrati preoccupa il primo cittadino per i risvolti pratici sulla vita della comunità: «Siamo gente accogliente – precisa nella lettera al Prefetto – e per nulla avvezza alla xenofobia. Ma resto perplesso all’idea che profughi di diversa etnia e religione, spesso litigiosi tra loro, possano albergare a Trinitapoli senza una occupazione, senza la possibilità di integrazione compiuta. Ciò li renderebbe facili pedine per rimpinguare le file della criminalità già esistente».