«Abbassiamo i toni, altrimenti le conseguenze sono casa e auto dati alle fiamme nel giro di circa 50 giorni». A chiederlo a tutti i consiglieri comunali è il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, in seguito alla dichiarazione fatta durante la seduta del consiglio da parte del capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Marrone. Secondo il rappresentante pentastellato, il padre del primo cittadino, l’ex amministratore e sindacalista Nicola di Feo, lo avrebbe: «minacciato con dei messaggi diffusi via social. Oltre agli insulti mi è stato comunicato che ci saremmo incontrati dopo il consiglio, con tono minaccioso». Una versione subito smentita dal sindacalista che ha ribadito: «Non ho mai minaccuato nessuno. Questi toni aspri izzano il popolo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

E lo sono davvero. Il sindaco in pochissimo tempo ha subito 2 sfregi che hanno messo in pericolo anche la sua famiglia: la villetta al mare, a Margherita di Savoia, incendia la notte dello scorso 4 novembre, e l’auto data alle fiamme sotto l’abitazione di viale Ofanto la notte dello scorso 27 gennaio. Ed è proprio di Feo ad affermare di: «Girare quasi scortato. Calmiamo gli animi. Video postati sui sociale in cui viene affermato di fermare gli amministratori, perché fanno pagare più tasse, è inaccettabile. Tutto questo agita gli animi e porta conseguenze gravi. Io non vivo più sereno e solo chi vive questi atti può capire cosa vuol dire. Non facciamo processi in piazza, come diceva Aldo Moro, ma rivolgoiamoci a Magistratura, Carabinieri e Dio con una preghiera».