Dopo la botta c’è stata anche la risposta. Un insulto che, in realtà, non voleva insultare nessuno, ma si è trattato di un concetto scritto con parole inappropriate. Il Consigliere comunale di Trinitapoli del Movimento 5 Stelle, Francesco Marrone, lo scorso 5 maggio via Facebook ha definito la segretaria del circolo casalino del Partito Democratico, Maria Andriano, il consigliere del PD, Anna Maria Tarantino e la tesserata Filomena Bruno: «Prostitute della politica» che si erano recate a Roma all’indomani del trionfo di Matteo Renzi alla segreteria nazionale del loro partito, per: «rendere conto al loro pappone per i voti comprati per lui». Parole che non avevano certamente un significato di costume, ma volevano significare: i politici che cambiano casacca si recano a Roma a rendere conto a Renzi dei voti comprati per lui. Questo post ha scatenato l’ira del PD cittadino che si è detto: «Indignato» e ha chiesto le dimissioni del consigliere.

Marrone non tardato a fare pervenire le sue scuse tramite un comunicato a sua firma diffuso sempre tramite social: «Sono profondamente dispiaciuto se le mie parole abbiano offeso le donne che hanno letto il mio post riguardante le primarie del PD. Ho usato l’espressione “prostitute della politica” (espressione riferibile sia a uomini che a donne) per sottolineare come alcune persone cambino casacca facilmente. Non mi riferivo certo a prestazioni sessuali retribuite. Le mie parole sono state strumentalizzate, questo si evince anche dal fatto che molti abbiano pubblicato solo parte del mio post. Ho compreso che le parole assumono un peso specifico in base alla sensibilità di chi legge. Quindi mi scuso con coloro che sono stati colpiti dal mio pensiero, che se pur mutato nella forma, infelice di certo, si rafforza nella sostanza. La rabbia per una realtà così brutta come quella che viviamo, fa pronunciare male i concetti. Spero che oltre il brutto muro delle parole sia nata comunque, in chi legge, una riflessione sul perché non ci si ribelli ai trasformismi ed a quel modo di pensare la politica come un supermercato di idee in offerta speciale, scontate ed a buon mercato, vicine alla scadenza. Chiedo ancora scusa alle donne che si sono sentite offese e spero che quelle stesse donne che hanno criticato le mie parole, con la stessa forza, difendano le idee di onestà, trasparenza e competenza che la classe dirigente ha smesso di perseguire».