Il re del paniere delle tradizioni, conosciuto sia per la sua bontà che per i suoi effetti benefici. Il carciofo violetto, un prodotto che occupa 14mila ettari delle terre coltivate nell’agro di Trinitapoli, da queste parti viene celebrato con una sagra. Per l’esattezza sono 12 anni che l’Avs (associazione volontari soccorritori Casaltrinità) e le aziende locali organizzano quello che ormai è diventato un appuntamento fisso. A pochi chilometri di distanza c’è la cittadina di San Ferdinando di Puglia che impiega solo 4mila ettari dei suoi terreni a carciofi, ma ospita da oltre 50 anni una fiera a livello nazionale. La pianta del carciofo dagli arabi veniva chiamata “pianta spinosa” e in passato era utilizzata per fini terapeutici. Col tempo ha occupato le tavole di tutto il mondo ed è diventata una delle principali fonti di reddito per il territorio ofantino. La produzione quest’anno è stata intaccata dalla carenza d’acqua nella qualità più che nella quantità. I produttori garantiscono che se le temperature non dovessero scendere sotto gli 0 gradi, il prodotto potrà essere raccolto fino a maggio. «L’andamento del mercato si sta rivelando un po’ particolare – ha affermato Francesco Elia, produttore -. Qualitativamente non abbiamo ottenuto un prodotto eccellente a causa della scarsità delle piogge». Sul mercato il carciofo violetto non manca anche se il prezzo è un po’ sotto le aspettative. «Il prezzo è una conseguenza della qualità – ha concluso Elia -. Alla produzione i carciofi migliori vengono venduti a 30-35 centesimi al chilo. Col passaggio successivo, cioè l’immissione sul mercato, si riesce a ottenere qualcosa in più in modo da incassare una remunerazione dignitosa».

Dietro alla vendita del carciofo c’è un sistema che fornisce il prodotto sul mercato per i consumatori. Si inizia con la raccolta e vendita alle aziende che selezionano la merce fra prima scelta, seconda scelta e scarti. Il carciofo viene pulito, etichettato e venduto alle catene di distribuzione. Fra Trinitapoli e Cerignola la gran parte delle aziende svolgono questa attività. Col carciofo nella cittadina ofantina si fa solidarietà. Il ricavato della sagra servirà all’associazione dei soccorritori per acquistare nuove apparecchiature. «La sagra – ha commentato Antonietta De Rosa, presidente Avs -, è nata con un doppio obbiettivo: raccogliere fondi per acquistare nuove apparecchiature per il primo soccorso e pubblicizzare una delle eccellenze del nostro territorio».