Plauso di Legambiente Puglia al lavoro dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari per l’operazione “Red River” che, nella giornata di oggi, ha portato al sequestro di una porzione del canale “Cinquemetri” nel Comune di Trinitapoli, oggetto di scarichi abusivi, in particolare di rifiuti speciali anche pericolosi. I Carabinieri, inoltre, hanno sequestrato in località Carmosina, a Margherita di Savoia, una condotta abusiva realizzata a margine delle Saline e finalizzata allo scarico delle acque di produzione, dal colore rosso mattone, unitamente ai fanghi di scarto accumulati nelle vasche. Lo scorso settembre Legambiente aveva segnalato la presenza di acqua di colore rosso, melmosa e di consistenza quasi oleosa nel Canale Carmosino a Margherita di Savoia.

«L’operazione Red River – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – conferma che i nemici del mare non sono solo i depuratori mal funzionanti ma anche gli scarichi illegali e fuori legge. È importante, come sosteniamo da tempo con la campagna di Goletta Verde, monitorare fiumi, torrenti e canali il cui inquinamento viene dato per scontato perché non balneabili, ma non per questo meno importanti dal punto di vista ambientale».

Sette campionamenti su ventinove eseguiti quest’estate lungo le coste pugliesi dall’equipe tecnica di Goletta Verde, risultano fuori dai limiti di legge e, di questi, cinque sono “fortemente inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati come nel caso della foce del torrente Candelaro a Manfredonia, foce Canale Reale a Carovigno, foce canale contrada Posticeddu, sul litorale Apani, a Brindisi, presso il canale di scarico di Marina di Leuca a Castrignano del Capo, e a Marina di Lizzano, alla foce del fiume Ostone, punti risultati fortemente inquinati.

Inoltre nel rapporto “Mare Monstrum 2018” la Puglia, nella classifica del mare illegale, si piazza al secondo posto, dopo la Campania, con 2.098 infrazioni accertate. A questo si aggiunge che in Puglia ci sono ben 30 depuratori soggetti a scarichi illegali (arrivi impropri di acque di vegetazione, di natura lattiero-casearia, ecc) che inficiano il processo depurativo delle acque reflue urbane.