Cagnetta incinta, maltrattata e ferita, gettata in un canale putrido dopo averle spezzato la coda. Ora è salva, grazie alla rete di solidarietà che si è attivata a Trinitapoli. È accaduto ieri pomeriggio, quando una giovane cagnolina, di circa un anno, è stata rinvenuta lamentarsi ed in pericolo di vita dal gestore della Casa di Ramsar, Giuseppe Pavone. Da lui, che l’ha scorta in un canale dietro la torretta di Salpi, è partito l’allarme all’indirizzo dell’assessore al randagismo, Maria Iannella, che ha coordinato le operazioni di soccorso con il comandante di Polizia locale, Giuliana Veneziano, l’Aida (Associazione italiana difesa animali e ambiente e la Protezione animali (Enpa).

Tratta in salvo non senza difficoltà, è subito apparso chiaro come la cucciola, priva di microchip, avesse subito maltrattamenti da mano umana, con evidenti segni di percosse e la coda spezzata. In ultimo, la scoperta: è incinta. E questa si presume sia disumanamente la vera ragione del barbaro abbandono. Attualmente è ricoverata presso la clinica veterinaria di Andria, affidata alle attenzioni delle volontarie Sara Dalessandro, Angela Derosa, Maria Teresa Salerno (Aida) e Cristina Vitobello (Enpa).

«Si stanno verificando le condizioni generali di salute della cagnetta – riferisce l’assessore Iannella – e dei cuccioli che porta in grembo. Successivamente si procederà a microchippatura e sterilizzazione, dopo che, speriamo, avrà dato alla luce i piccoli. Si tratta evidentemente di un caso di disumanità che ancora una volta vede vittima un essere indifeso, verso cui fortunatamente si è subito mossa una rete di solidarietà che in ogni modo proverà ad assicurarle anche uno stallo o un’adozione. Quella cagnetta ieri era l’immagine del dolore, fisico e non solo, che ora in clinica si sta cercando di curare. Parallelamente stiamo provando a risalire all’autore dei maltrattamenti per perseguirlo secondo legge, dando un segnale forte nella direzione del no alle violenze sugli animali».