«È necessario che si ristabiliscano una dialettica e una grammatica dei rapporti politici. Sia a livello nazionale che locale». Il riferimento del sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, è alla situazione della Provincia Barletta-Andria-Trani, interessata da nuove elezioni, le terze dalla nascita nel 2008, lo scorso 9 ottobre. In occasione della tornata, la seconda con la riforma Del Rio coi voti ponderati, di Feo è ritornato in Provincia, perla seconda volta, vista la scorsa esperienza da consigliere dal 2008 al 2013. Il neopresidente, Nicola Giorgino, gli aveva conferito le deleghe alla Stazione unica appaltante, Manutenzione e Patrimonio, Trasporti. Nelle ultime settimane, il trattamento riservato dallo stesso Giorgino nella sua Andria alla componente Cor spinge di Feo ad alcune riflessioni: «I Conservatori e Riformisti – spiega il sindaco di Trinitapoli – hanno sin qui dato prova di responsabilità e consistenza ad ogni latitudine, garantendo una massiccia presenza nella Bat, capace di contribuire alla elezione di un consigliere regionale, Francesco Ventola e come componente capace di essere da valido supporto all’europarlamentare Raffaele Fitto ed al deputato Benedetto Fucci. Estromissioni o ridimensionamenti appaiono in controtendenza rispetto ad un’esigenza di aggregazione del centrodestra, in uno scenario come quello attuale nazionale».

Anche per le elezioni provinciali di ottobre, Cor aveva aderito all’iniziativa di candidare tutti i sindaci, per una precisa necessità istituzionale: «Dovendo votare con largo anticipo rispetto al referendum costituzionale del 4 dicembre – spiega di Feo – si è pensato di blindare l’essenza della Provincia Bat, con un Consiglio autorevole anche dal punto di vista istituzionale, in modo da poter fronteggiare l’eventuale soppressione delle Province se al referendum avesse vinto la riforma costituzionale proposta da Matteo Renzi. In quel caso l’Ente sarebbe stato convertito in Area Vasta o Unione di Comuni, continuando comunque la sua funzione istituzionale. Ma avendo prevalso il ‘no’ alle urne, le Province restano lì, pur con tutti gli handicap che la riforma Del Rio del 2013 ha portato: negazione della volontà diretta degli elettori, mantenimento delle deleghe e tagli delle risorse”. A questo punto, una Provincia Bat composta esclusivamente da sindaci e senza possibilità di surroghe, per di Feo non ha più senso: “Le mie dimissioni dal Consiglio provinciale sono a disposizione – fa sapere – a patto che ci dimettiamo tutti per indire nuove elezioni, che siano allargate, come da normativa, anche ai consiglieri dei vari comuni della Bat. In questo modo daremmo, ora che la necessità istituzionale è venuta meno, un senso democratico, che parta dal dialogo interno ai partiti, nel rispetto di questi e degli uomini che li compongono e rappresentano».