«La bellezza salverà il mondo», affermava lo scrittore e filosofo russo Fëodor Dostoevskij. Un bellezza non fisica ma etica e religiosa, che porta gli uomini a condividere il proprio amore con chi soffre. In questo caso non ci sono Ippolit, il principe Mynski e un giovane agonizzante, personaggi romanzeschi, ma ci sono al centro il contesto sociale del territorio Ofantino e alcuni professionisti che con la loro arte vogliono dare un barlume di speranza a tanti ragazzi. “La bellezza dell’arte non conosce divergenze sociali”, un corso di teatro con taglio cinematografico, che è una scommessa per il futuro e vuole coniugare etica ed estetica per far conoscere il bello a chi nelle propria vita, evidentemente, di bello ha visto ben poco o nulla. Il progetto nasce a Trinitapoli da un’idea di Gerardo Russo e la sua associazione culturale “Standing ovation”, con la supervisione dell’attore pugliese Sergio Rubini e il patrocinio del Comune. Il corso, presentato dalla giornalista Annamaria Natalicchio e promosso dalle scuole ” Garibaldi – Leone”, “Scipione Staffa” e “Don Milani”, ha una valenza sociale che più profonda non si può: dare la chance di cambiare la propria vita a tutti quei giovani che vivono in condizioni familiari precarie e di gravi stenti economici.

«Questo è un progetto di cultura – ha affermato Russo – che nasconde una finalità ben precisa: l’inclusione sociale. Sulla scorta del pensiero di Dostoevskij abbiamo deciso, visto il degrado urbano che c’è soprattutto nei piccoli centri cittadini, di intervenire partendo dai ragazzi che non conoscono affatto la bellezza e il valore di un corso di teatro. La pretesa, ovviamente, non è quella di eliminare il degrado fra le strade della città, ma dare un contributo affinché venga attenuato un problema che di fatto esiste». Come per Dostoevskij guardare la Madonna Sistina di Raffaello o Il corpo di Cristo morto nella tomba di Hans Holbein era un una sorta di terapia su se stesso, così a Trinitapoli col corso di teatro si vuole far leva sulla persona di ogni singolo ragazzo, per far comprendere che la vita non è solo ciò che ha visto e vissuto fino al quel momento, ma c’è altro: la bellezza.