Un concordato in continuità, il ritorno di un amministratore unico adeguato, contratti ponte col Consorzio e non di Aro e ruolo della Regione in garanzia. Questi i punti salienti della riunione davanti al prefetto Massimo Mariani. Dopo l’incontro dell’11 maggio, quello di venerdì rilancia la speranza per evitare il fallimento di Sia Srl, salvaguardandone le forze occupazionali e provando a blindare l’impiantistica. Soddisfatto il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, che ha potuto contare, come sempre, sull’appoggio dei sindaci di San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia.

«In Prefettura finalmente si e arrivati alla conclusione a cui tendevamo da un anno e mezzo – riconosce il primo cittadino casalino – . Un percorso che salvasse la società, con l’intervento della Regione Puglia. Un intervento che traghettasse la società e i Comuni verso la normalità, senza intaccare la proprietà della impiantistica». Il ritorno di Ciccio Vasciaveo coi tecnici, un legale ed un esperto di ristrutturazioni aziendali, serviva e serve per tracciare un percorso che non ricada esclusivamente sulle spalle dei Comuni. «La situazione è delicata – prosegue – perché abbiamo una azienda in decozione che solo con la Regione si può controllare evitando il peggio, che è la perdita della Aia 66/2014».

La convergenza dei sindaci ha attestato che Sia non si salva solo con la sottoscrizione dei contratti, se l’azienda poi non è in grado di ottemperare ai capitolati. La Sia non si salva senza la Regione Puglia, arbitro e garante. La Sia non si salva senza dirigenti che ne hanno fatto la storia, come l’architetto Vasciaveo, o esperti di diritto societario. Proprio sui contratti, in Prefettura si è addivenuti ad una certezza: devono essere sottoscritti dal Consorzio con Sia. «Abbiamo una risorsa senza eguali a livello di impiantistica – prosegue di Feo – , senza facili entusiasmi abbiamo il dovere di difenderlo, perchè vuol dire ricchezza e lavoro, e quindi anche tutela delle maestranze. Proseguire lungo la direttrice della nostra Aia significa evitare danni ambientali, assicurare l’emungimento del percolato del V lotto di discarica, garantendo rapidamente l’inizio della costruzione del VI. Tutti interventi che i Comuni del Consorzio avrebbero dovuto effettuare da subito e che abbiamo corso il rischio di dover fare ugualmente, ma in ritardo e sotto commissariamento. Ora serve stare uniti, senza divisioni fra i sindaci. Il tempo per definire le responsabilità e le colpe lo abbiamo avuto e potremo averlo in futuro. Non siamo fuori pericolo. Ma dobbiamo provarci, non si poteva svendere l’impiantistica senza avere la certezza sui lavoratori e i servizi: costretti sì, buoni pure. Ma non sprovveduti».