A Trinitapoli è ormai conclamata la natura mafiosa dei sodalizi in contrapposizione: in particolare si tratta della guerra di mala tra il clan Carbone/Gallone e il clan Miccoli/De Rosa che, dal 2003 ad oggi, si sono contesi, sul piano militare, il controllo egemonico del territorio. E’ uno dei passaggi più interessanti emersi proprio stamane a compimento dell’esecuzione di una ordinanza di custodia in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nei confronti di Francesco Casalino, cl. ’68, di Trinitapoli, ritenuto vicino al clan mafioso Carbone-Gallone e gravemente indiziato di essere stato uno degli autori materiali del duplice tentato omicidio, avvenuto a Trinitapoli il 10 maggio 2014, ai danni di Michele Buonarota e Michele Straniere, noti pregiudicati di Trinitapoli ritenuti affiliati, invece, al clan Miccoli-De Rosa. Il GIP, nel provvedimento, ha riconosciuto come chiesto dalla DDA, la sussistenza dell’aggravante di mafia, sia per le spregiudicate ed eclatanti modalità operative che per il contesto criminale in cui si è inserito l’agguato del 2014.

Dai primi riscontri, acquisiti dai Carabinieri nell’immediatezza dell’accaduto, il 50enne fermato oggi, alla guida di una Fiat Stilo affiancò le due vittime dell’attentato mentre percorrevano la Strada Provinciale 62 che collega Trinitapoli a Cerignola a bordo di una Lancia Y. Nei loro confronti furono esplosi numerosi colpi di fucile cal. 12 caricato a pallettoni. I sicari, però, non riuscirono nel loro intento poiché le vittime, nonostante le ferite subite, riuscirono a fuggire, prima in auto e poi a piedi attraverso le campagne. Un “copione” tipico negli agguati tra appartenenti a gruppi mafiosi contrapposti. Nel corso del sopralluogo effettuato sulla scena del crimine i Carabinieri rinvennero e repertarono numerose tracce utili alle attività investigative, tra cui un berretto con visiera, rivelatosi poi fondamentale. Da quel berretto, infatti, i Carabinieri del Raggruppamento Investigativo Scientifico di Roma hanno estrapolato un unico profilo biologico, che è stato poi, grazie alle risultanze investigative emerse, messo a confronto con quello del “sospettato”. La comparazione, risultata positiva, ha confermato proprio i sospetti sull’uomo già sottoposto ad un monitoraggio tecnico estremamente stringente, fino a cogliere la sua ammissione in un momento di confidenza con la moglie.

Nell’ambito della guerra di mala, invece, sono stati nuovamente inquadrati dagli inquirenti, a partire dal 2003 e fino ad oggi, i tentati omicidi ed i quattro omicidi commessi a Trinitapoli. In particolare il 3 ottobre 2003 il tentato omicidio di Carbone Cosimo Damiano,  l’omicidio di Savino Saracino e il contestuale grave ferimento di Michele Miccoli del 30 settembre 2004. Poi c’è stato il nuovo tentato omicidio di Michele Miccoli il 4 febbraio 2008 ed il duplice tentato omicidio sempre di Michele Miccoli e di Raffaele Miccoli del 22 febbraio 2008. Nuovo duplice tentato omicidio a distanza di tre giorni e cioè il 25 febbraio 2008 di Michele Miccoli e del genero Luca Sarcina. Poi l’omicidio di Antonio Carbone (a soli 15 giorni di distanza dal tentato omicidio di Buonarota e Straniere) e l’omicidio di Severino Benedetti del 12 gennaio 2015 e, da ultimo, l’omicidio Pietro De Rosa del 20 gennaio scorso.