«La libertà di opinione è un diritto costituzionale assoluto, su cui si basa la Democrazia. La Consigliera Comunale Anna Maria Tarantino viene minacciata di querela per aver scritto in un articolo che vi è disservizio nella distribuzione delle buste per i rifiuti e perché i lavoratori ex SIA srl hanno perso la garanzia di un lavoro stabile». Interviene così, in una nota, la Segreteria Cittadina del Partito Democratico di Trinitapoli.

«E’ sicuramente corretto quanto asserito dalla consigliera:
– diffusissime le lamentele dei cittadini per la distribuzione delle buste;
– l’uscita dalla SIA srl ha avuto per i lavoratori la conseguenza, al momento, di aver dissolto un contratto a tempo indeterminato in una società pubblica ed ottenuto un contratto a tempo determinato in una società privata della durata di 6 mesi.

Quel che però deve essere oggetto di riflessione per i nostri concittadini, non è l’ovvietà di queste affermazioni, ma è come una società privata, con contratto in scadenza che auspica un nuovo affidamento milionario in proroga (senza gara), si permetta di intimidire l’attività di un consigliere comunale che ha il diritto-dovere di svolgere il proprio ruolo di informazione e di manifestazione delle idee di cui è portatore e rappresentante.

La garanzia della libertà di espressione costituisce una condizione imprescindibile per la stessa sopravvivenza di un regime democratico perché assicura la formazione di un convincimento personale, da parte di ciascun cittadino e di un’opinione pubblica criticamente fondata nel confronto. La società RIS, travalicando ogni limite del rispetto, apostrofa la consigliera TARANTINO come ignorante, trascendendo addirittura  nel commento di natura personale della sua onorabilità di “donna” e di “cittadina”. Si palesa pertanto che la società RIS persegua finalità del tutto estranee dalla volontà enunciata di tutelare l’immagine della propria azienda.

Addirittura nella lettera di diffida sembra – a tratti – che la ditta RIS si immedesimi nel ruolo stesso della P.A.-appaltante (il Comune), inducendo alla confusione del proprio ruolo che è, invece, di soggetto aggiudicatario di un servizio. Non si comprende perché una società, con un contratto provvisorio, scadrà tra poche settimane, si intesti addirittura il ruolo di garante della applicazione della “clausola sociale” per i lavoratori, sostituendosi nell’immaginario degli stessi alle competenze e responsabilità dell’Ente locale. Atteggiamento che la P.A. non può ammettere e deve prontamente impedire, in quanto unico soggetto titolare per legge alla attuazione del D.lgs. 50/2016, in sede di predisposizione del bando di gara per l’affidamento del servizio.

La sovrapposizione all’azione della P.A. che la società RIS esibisce nella missiva di diffida, pertanto, desta sdegno ed impone di verificare il contesto politico che potrebbe aver favorito l’intreccio di atteggiamenti ambivalenti, fino al tentare di minare l’attività di un consigliere comunale. Nessuna prevaricazione può ritenersi ammissibile nella corretta esplicazione del diritto di critica politica-amministrativa volta alla crescita della sensibilità condivisa, su questioni importanti come il servizio dei rifiuti ed i suoi rilevanti costi collettivi. Anche quest’ultimi determinati dal Comune nella pianificazione del servizio e non dal gestore dello stesso.

Tentare di tappare la bocca ai Consiglieri Comunali è una sciocca soluzione rispetto a ciò che palesemente si mostra quotidianamente sotto gli occhi dei Trinitapolesi».