Si tratta di una tradizione tipica della Quaresima a Trinitapoli: ogni bambola di pezza veniva confezionata dalle sarte del paese, secondo il rituale. E ogni pupa ha una simbologia nel percorso verso il matrimonio: 3 invitati, 2 testimoni, lo sposo vestito di nero (sfilato la domenica delle Palme) e la sposa in bianco (a raffigurare la Pasqua). Terminate le 7 domeniche, infatti, si ritornava a poter celebrare matrimoni.
«Ringrazio la professoressa Dina Deangelis – commenta l’assessore alla Pubblica Istruzione, Marta Patruno – per aver recuperato questa singolare e bella tradizione popolare, coinvolgendo i ragazzi del liceo. Ritornare a cucire quelle bambole, tramandate nei racconti delle nonne, significa saldare una volta di più il legame tra innovazione e tradizione, tra scuola e territorio».