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Coronavirus, di Feo: «Emiliano dimentica che i sindaci hanno il diritto di sapere e il dovere di vigilare»

Il Sindaco si collega a quanto scritto ieri al governatore dal vicepresidente regionale Anci

«Non posso che unire la mia voce al coro trasversale che giunge dai sindaci pugliesi, completamente esclusi dalla gestione regionale dell’emergenza. Eppure siamo noi in prima linea tra la gente, ma spesso senza adeguati strumenti per difendere la salute delle nostre comunità». Il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo si collega a quanto scritto ieri al governatore Michele Emiliano, dal vicepresidente regionale Anci, il sindaco di Foggia, Franco Landella.

La frenesia dettata dall’emergenza è certo comprensibile, né qualcuno avrebbe potuto realisticamente essere preparato. Malgrado ciò, l’assenza di collegialità e coinvolgimento da parte del Governo verso le Regioni (per le prime settimane), e quella delle Regioni verso la periferia (dal primo giorno), causa ritardi, crepe e rischi per le comunità. Le DIFFICOLTÀ DEI COC | «Abbiamo prontamente attivato i Coc nei Comuni – osserva di Feo – ma se stiamo andando avanti è solo grazie a risorse locali ed alla forza delle nostre comunità solidali. Mancano risorse ad hoc per la gestione dell’emergenza, ma prima ancora mancano i dati trasmessi in modo chiaro e tempestivo. Ogni giorno, per fornire informazioni alla cittadinanza dobbiamo attivare tutti i contatti personali, perché non abbiamo una interlocuzione istituzionale. Come facciamo noi sindaci a coordinare la Polizia locale, i volontari e tutti quelli che stanno generosamente prestando servizio nei Coc, se la regione non ci aiuta?». Da Bari, embargo di informazioni.

SINDACI TRATTATI COME GOSSIPPARI | Eppure, i sindaci sono i responsabili della sanità sul territorio, senza che si dia loro la possibilità di controllare la situazione. In un’intervista a FoggiaToday, Emiliano ha liquidato le crescenti richieste dei sindaci con impedimenti normativi: «Capisco che un sindaco debba sapere più o meno quello che succede nel suo paese ma è vietato comunicare i nomi delle persone contagiate». «Inaccettabile ed offensivo – commenta di Feo – che ci tratti come fossimo giornalisti di riviste di gossip. Nessuno ha intenzione di violare la privacy, ma, se sul posto non so a chi sia stata ordinata la quarantena, non posso neppure disporre i controlli per verificare se la stia osservando o se ne vada in giro, mettendo a rischio l’intera cittadinanza».

IL RUOLO DEI SINDACI | I sindaci, secondo il Dpcm del 25 marzo, non possono incidere in contrasto con le misure governative. «Siamo utilizzati da bankomat e spodestati dei poteri di ordinanza – conclude di Feo – , ma da nessuna parte trovo scritto il divieto di comunicarci per uso riservato i nomi di contagiati e soggetti in quarantena: ci consentirebbe oltretutto di seguire quanto prescritto dalla Protezione civile il 19 marzo: l’inoltro dei dati personali ai Comuni è necessario per garantire la doverosa assistenza alla popolazione bisognevole. Ecco, Emiliano non ci mette in condizione di vigilare sulle nostre comunità».

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