Nell’emergenza Covid-19, a tenere banco oltre ai numeri, in questa fase c’è la questione rifiuti. Le mascherine o i guanti indossati da pazienti positivi, infatti, devono esser considerati come rifiuti speciali equiparandoli a tutti i dispositivi di protezione individuale utilizzati dai sanitari. La Procura di Trani vuole vederci chiaro anche su questo dopo aver avviato un’indagine conoscitiva finalizzata a verificare l’eventuale violazione delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro all’interno delle RSA del territorio.

Tra le cose che la Procura vuole comprendere c’è proprio quella relativa allo smaltimento dei rifiuti speciali ed il rispetto delle stesse: norme in vigore da ben prima dell’emergenza e che le strutture sanitarie già applicano o dovrebbero applicare, per farmaci scaduti, guanti monouso o siringhe usate. Norme aggiornate e contenute in un dpr del 2003 che sia l’Istituto Superiore di Sanità che il Ministero della Salute, avevano già richiamato ad inizio epidemia. Norme ben precise che anche la Regione per il tramite delle ASL ha ribadito sia alle strutture sanitarie pubbliche che a quelle private.

Ed è proprio nei confronti delle residenze per anziani, in particolare, che si sta concentrando la maggiore attenzione della Procura. I rifiuti a rischio infettivo, secondo la circolare ministeriale, vanno classificati come rifiuto speciale e trattati alla stregua del rifiuto ospedaliero. Dunque anche nelle RSA c’è l’obbligo di maneggiare le mascherine delle persone infette, per esempio, secondo la legge. La responsabilità appartiene al direttore sanitario della struttura.