Dal gusto in compagnia, al mare a domicilio. Il Covid-19 da 2 mesi ha sospeso le vite di ciascuno ma non può cancellare intuito, istinto, necessità e capacità di adattamento. L’american bar Sughero ha anticipato la “fase 2”, consegnando a domicilio panzerotti fritti ripieni di pesce.

DALL’8 MARZO | L’emergenza ha dapprima chiuso i locali della movida, distanziando la gente. Subito dopo, al distacco sociale sono seguiti i primi problemi economici di chi, come al Sughero, aperto da un anno esatto, deve ammortizzare gli investimenti aziendali e pagare gli stipendi ai dipendenti. Dopo 3 settimane di luci spente, tavoli stipati e serranda abbassata, tutti i collaboratori erano in cassa integrazione ed i titolari incollati davanti a Facebook, aspettando novità dalle dirette del premier Giuseppe Conte. Ma, di Dpcm e promesse non si campa.

L’IDEA | Così, i 2 giovani proprietari, Antonio De Rossi e Nadia Avverato, non si sono arresi: 29enne barman trinitapolese lui, 28enne sommelier di origini modenesi lei si sono rimboccati le maniche (in senso letterale) e hanno iniziato a impastare. A mano e con ingredienti naturali. Come una volta facevano le nonne. Ne è nato un prodotto con lievito madre, lasciato riposare dalle 7 alle 12 ore, per ottenere l’opportuna sofficità. Tre pezzi, un po’ per gioco all’inizio, da consegnare a qualche cliente affezionato. In una settimana, 100 panzerotti sono poi arrivati in sicurezza e gusto nelle case dei trinitapolesi. E ora ogni sera le chiamate o le prenotazioni dalla pagina Facebook I panzerotti sono fritti al momento dell’ordinazione. Ma prima c’è la farcitura con specialità casearie del posto, ma soprattutto polpo fresco e gusti del vicinissimo mare.

I PROGETTI | «La nostra è una storia figlia di questi tempi», commenta il De Rossi: «Quel locale svuotato all’improvviso dalle misure anti-coronavirus – spiega – era ed è il nostro progetto di vita. E la vita va vissuta, provando sempre a migliorarsi, a migliorare. La strada che abbiamo scelto è portare nelle case, giacché è l’unica cosa consentita in questo momento, i sapori tradizionali, reinventati con un tocco di originalità e modernità». Con lui, al suo fianco, Nadia, compagna nella vita e nel lavoro, e ugualmente determinata: «Io, emiliana, ho scelto di investire qui a Trinitapoli – precisa – e ci credo fortemente. Quel che adesso è stata una necessità, da domani, quando pian piano torneremo alle nostre vite, si trasformerà in occasione: pensiamo già ad ulteriori farciture all’uscita, con crudo di mare, soluzioni gustose come la tartare di tonno. Ci stiamo lavorando».

LA FASE 2 | Tra il prima ed il dopo, ci sarà la “fase 2”, con le necessarie misure di sicurezza anti contagio, i relativi costi e tante regole da seguire per un periodo non breve. Tante le incertezze alla riapertura, ma un’unica sicurezza: farcela, oltre gli slogan. Il futuro che ripartirà a breve è un mare da attraversare, ma Nadia ed Antonio hanno già iniziato, portandocelo direttamente a casa.