«Nel giorno del Corpus Domini, ancora una volta il mondo della Chiesa traccia un percorso etico di alto spessore, che risuona come riflessione imprescindibile in questa fase storica e sociale della città». Il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, si unisce all’appello dei presbiteri casalini che in queste ore hanno lanciato “il grido di una comunità ferita”, dopo i recenti fatti di sangue.

«Sin da subito, nei giorni scorsi – ricorda di Feo – abbiamo dialogato col prefetto Maurizio Valiante, che ringrazio per la disponibilità dimostrata anche in questo frangente. Questo territorio ha bisogno di maggiori attenzioni governative, essendo cerniera tra Andria e Cerignola ed essendo purtroppo interessato da una lunga scia di sangue, odio e vendetta che periodicamente ritorna, affiora, dilania e ferisce la comunità».

La stessa comunità, che, come ricorda la Chiesa locale con un manifesto per la giornata di oggi, “necessita del farmaco della legalità”, alzando al cielo la preghiera: “Basta”. «Il manifesto a firma dei nostri parroci – continua di Feo – centra il problema al cuore: nella coscienza di ciascuno si ritrovi il senso di appartenenza ad una comunità operosa, onesta, accogliente, intraprendente. E questa è l’unica via, ritrovando le istituzioni strette nella condivisione di valori e percorsi, discussi laicamente nel Comitato di sicurezza col prefetto, ed espressi con la forza della fede da don Peppino Pavone, don Stefano Sarcina, don Vito Sardaro e padre Pier Giorgio Taneburgo. questa è la Trinitapoli onesta, giusta, che vogliamo e che vincerà anche questa battaglia».