«Chi ha scritto che l’ex sindaco di Trinitapoli, Emanuele Losapio, ha avuto frequentazioni con un capoclan (ucciso nel 2019) dovrà rispondere nelle sedi opportune per aver diffuso una falsità». L’avvocato Michele Vaira annuncia le azioni legali a tutela dell’onorabilità del suo assistito, dopo che in un allegato della relazione di scioglimento del Comune casalino il Ministero dell’Interno aveva riferito di “riscontri certi ottenuti dalla commissione di indagine circa frequentazioni dell’attuale sindaco con il predetto capoclan ucciso”.

«Non entriamo nel merito delle argomentazioni della relazione che ha portato allo scioglimento del Comune di Trinitapoli – precisa l’avvocato Vaira – ma la gravità di quell’affermazione infondata ci obbliga a tutelare la dignità dell’ex sindaco Losapio, oltre ogni provvedimento amministrativo». La frase a firma del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese era stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 maggio e quindi ripresa da tutti gli organi di informazione che si sono occupati della vicenda amministrativa di Trinitapoli. L’autorevolezza della fonte non lasciava campo ad ulteriori verifiche, tranne che per un particolare sostanziale: «Quella dichiarazione predisposta dal Ministero è priva di ogni fondamento – aggiunge Vaira – e chiederemo il giusto risarcimento per aver leso la rispettabilità di Losapio, cagionandogli un danno morale, umano, sociale, professionale e politico senza che ve ne fosse la minima ragione e prova».

Nessun timore di smentita: «Losapio non ha mai avuto alcuna frequentazione con nessun capoclan di Trinitapoli – conclude Vaira – . Qualcuno dovrà chiedere scusa di quella frase inaudita, spiegando se si sia trattato di errore o menzogna. E dovrà risarcirne i danni».