È finito con 24 ore di anticipo lo sciopero indetto dai benzinai, su tutto il territorio nazionale, martedì 24 gennaio. Ad annunciarlo, le associazioni di categoria, a seguito del tavolo tecnico organizzato a Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un incontro dagli esiti non completamente positivi –  hanno spiegato in una nota congiunta le tre sigle che rappresentano i gestori (Faib, Fegica e Figisc) – ma al termine del quale sarebbe comunque maturata la decisione di sospendere la protesta. Una scelta – sottolineano – fatta esclusivamente nell’interesse degli automobilisti. Pur riconoscendo di aver potuto discutere in maniera propositiva con il Ministero –  sottolineano le associazioni – il vertice non ha risolto le molteplici criticità connesse ai nuovi rincari di benzina e gasolio. Una impennata determinata, va ricordato, anche dalla scelta del Governo di eliminare, a partire dal 1° gennaio, quel taglio sulle accise che permetteva di tenere i prezzi più bassi. Lo sciopero era partito dalla necessità, da parte dei gestori delle aree di servizio, di aprire un dialogo con Palazzo Chigi, sui problemi che affliggono la categoria, additata da più parti come responsabile di una speculazione che starebbe determinando l’aumento dei prezzi. A generare il malcontento dei gestori degli impianti, in particolare, l’obbligo introdotto dal Governo, da parte dei benzinai, di esporre settimanalmente il prezzo medio regionale dei carburanti ed ogni eventuale variazione, per non incorrere in sanzioni. Obbligo inserito nel nuovo “Decreto Trasparenza” firmato dal Consiglio dei Ministri. Il clima di “criminalizzazione” nei confronti della categoria, aveva così spinto i gestori, in accordo con le associazioni di categoria, ad indire uno sciopero di 48 ore, di tutti i distributori presenti sulla rete ordinaria e autostradale, compresi gli impianti self service. Ma lo stop, che sarebbe dovuto finire solo alle 19 di giovedì 26 gennaio, è stato interrotto con un giorno di anticipo.