Stretti a spalla, uno accanto all’altro, come tra i banchi a scuola. Tra le mani non hanno penne e libri ma stringono striscioni. Sono gli studenti delle scuole di diverso ordine e grado di Trinitapoli che hanno manifestato per le strade del paese dopo che, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, un incendio ha danneggiato il cantiere del nuovo plesso dell’istituto “Dell’Aquila-Staffa” distruggendo gli spazi che dovevano ospitare aule, laboratori e uffici. Anni di attese che stavano per terminare e che ora ripiombano nell’incertezza. “La rabbia e la violenza devono lasciare il posto all’impegno quotidiano per la costruzione di una società migliore”, hanno scritto i ragazzi delle quinte B e D della scuola “Don Milani”. “Vogliamo una scuola a colori non la fuliggine dei vostri animi”, le parole scelte dagli studenti dell’istituto “Dell’Aquila – Staffa”. “Sarebbe dovuta essere una scuola all’avanguardia – dice uno degli alunni dell’istituto sul plesso divorato dalle fiamme – il fatto che ce l’abbiano tolta, ritardando i lavori, penso sia un atto che parla da sé. Questo va sempre condannato perché hanno colpito l’intera comunità”. “Questi gesti, sono attacchi alla libertà perché la scuola è il luogo in cui si sviluppa la nostra libertà intellettuale”, gli fa eco un compagno di scuola. “Il messaggio che vogliamo dare è questo: noi, studenti e professori dell’istituto Dell’Aquila – Staffa, i genitori e tutta la cittadinanza di Trinitapoli non abbiamo paura e non vogliamo avere paura”, ha detto il dirigente scolastico dell’istituto colpito dal rogo, Ruggiero Isernia. E ha aggiunto: “Vogliamo solo continuare a fare il nostro lavoro che è quello di insegnare i principi della convivenza pacifica, della non violenza, della legalità. Perché la scuola è questo che fa. Noi non abbiamo paura di questo episodio. Noi abbiamo paura quando i ragazzi abbandonano la scuola in età prematura perché è allora che comincia a crearsi il fenomeno della delinquenza minorile, dei ragazzi che vanno ad alimentare le file dei delinquenti”. Sull’episodio indagano i carabinieri coordinati dalla procura di Foggia che ha aperto un fascicolo di inchiesta per incendio doloso. “Abbiamo il dovere di continuare a inculcare insistentemente nei nostri figli la contrapposta cultura della legalità, della bellezza della conoscenza e della cultura”, ha affermato una mamma spiegando che “l’arma che abbiamo a disposizione è di formare menti libere capaci di opporsi alla cultura della sopraffazione”.