Il colore è misto fra il verde e il viola, la consistenza è buona ed è dolce da mangiare. Il carciofo violetto, così viene chiamata la qualità francesina, è uno dei prodotti più coltivati nell’agro casalino, che risulta il più grande della zona, ed è cucinato in tutte le pietanze. A Trinitapoli coi carciofi si fa festa con una sagra che nulla ha a che vedere con la fiera nazionale di San Ferdinando di Puglia, città in cui avviene la trasformazione più che la produzione dell’ortaggio. Sembrerebbe una bega campanilistica, ma: «È solo una vecchia querelle – chiarisce il sindaco casalino, Francesco di Feo -. La sagra e la fiera sono due cose diverse. A San Ferdinando si svolge una manifestazione nazionale più di stampo industriale, invece noi da 11 anni cerchiamo di esaltare un prodotto locale nella forma più vicina al popolo. I risultati sono soddisfacenti, in quanto la sagra ha superato i nostri confini territoriali». Un occhio al mercato e alla produzione lo dà un esperto del settore, Francesco Elia: «Quest’anno la produzione è stata inferiore rispetto allo scorso anno, nonostante le condizioni climatiche favorevoli, anche se per i produttori il mercato è stato fruttuoso grazie a un conseguente aumento di prezzi pari a 50 centesimi al chilo».

A Trinitapoli il carciofo è il re della tavola e può essere cucinato sono solo ripieno di carne o fritto, ma in tanti modi alternativi. Per esempio, i carciofi a bassa cottura, cioè in olio d’oliva aromatizzato con aglio, sale e pepe, infornato a 90° per un’ora o un dolce di carciofi con sciroppo di zucchero, crema inglese e ricotta di pecora. «Con questa sagra – conclude il sindaco – mettiamo in evidenza le valenze del nostro territorio: agricoltori, imprenditori e un prodotto che fa da volano per la nostra economia. Le aziende del posto esportano in tutto il mondo. A Trinitapoli abbiamo un agro vastissimo, addetti ai lavori espertissimi in materia e le città limitrofe acquistano da noi il prodotto primo che poi viene trasformato».