La chiesa diocesana ha detto di no, ma il comune ha deciso di sì. Il motivo è molto semplice: l’auditorium dell’Assunta a Trinitapoli è di proprietà comunale. A dimostrarlo c’è una lettera datata 1986 e firmata dal vescovo della diocesi di Trani in carica in quegli anni, Giuseppe Carata, che affidava la chiesa dell’Assunta al comune retto in quel tempo dal sindaco Arcangelo Sannicandro, oggi deputato. In consiglio comunale si è votato il consenso per celebrare i matrimoni civili in altri edifici pubblici oltre all’aula consiliare e fra le strutture a disposizione si è pensato anche allo stabile di via Guglielmo Marconi. La diatriba è nata in suguito a una nuova lettera inviata dal vescovo attuale, Giovanni Battista Picchieri, al sindaco Francesco di Feo, affermando: «La proprietà dell’immobile è stata assegnata al comune, ma non è cambiata la destinazione d’uso». Quindi, secondo la diocesi, in quella struttura non si potrebbero celebrare riti civili, perché: «È ancora consacrato e all’interno sono conservati i simboli della cristianità, come la croce e una Madonnina».

Sembrerebbe una banalità, ma non lo è affatto. Su questo argomento c’è stato addirittura un piccolo confronto fra la l’ordinamento italiano e il codice di diritto canonico. I passaggi sono molto semplici. Al consiglio è intervenuto il vicario diocesano e parroco della Madonna di Loreto, don Peppino Pavone, che da giovane prete ha seguito da vicino lo scambio di consegne chiesa-comune: «La chiesa dell’Assunta era in un stato decadente e la curia non aveva soldi per aggiustarla. Così la cedette al comune con lo scopo di farla diventare un centro culturale che non ledesse il suo utilizzo originale. Il comune in cambio diede il suolo per edificare il centro di accoglienza. Devo ammettere che la chiesa in questi anni è stata molto distratta, in quanto trattandosi di un edificio consacrato non avrebbe dovuto permettere che si svolgessero, per esempio, incontri politici. Infatti per sconsacrare un luogo sacro serve un decreto previsto dal codice di diritto canonico». Di idea differente, invece, è stato l’onorevole Arcangelo Sannicandro intervenuto anche lui durante il consiglio: «In quegli anni ero sindaco di Trinitapoli. La chiesa dell’Assunta era in disuso ed era utilizzata come magazzino da una sacrestana. Vedendo l’immobile abbandonato nel mio comune che ancora non aveva un centro di aggregazione culturale, chiesi insistentemente al vescovo Carata di cederla. Così è stato e ho creato l’auditorium. Quindi, l’Assunta è a tutti gli effetti di proprietà del comune che può fare ciò che vuole».

Il consigliere dei Tre Cavalli Lillino Barisciano, sindaco negli anni in cui l’auditorium è stato ristrutturato, ha affermato: «Si andrebbe a ledere il sentimento religioso popolare con la celebrazione di un matrimonio civile in un tempio della cristianità che ha avuto un grande ruolo sociale per la zona fino a metà degli anni ’70, prima della sua chiusura». Di offesa ha parlato anche don Peppino: «Non è possibile far sposare chi non è cattolico in un luogo dove ci sono croci e una Madonna, potrebbe dar fastidio agli sposi che hanno scelto appositamente di non celebrare un matrimonio in chiesa». Chiaramente nessuno è entrato nel merito dei matrimoni civili, perché in un’aula consiliare che rappresenta lo Stato in una città, c’è poco da discutere sui procicpi previsti dal Codice Civile. «Non posso lasciare inascoltate le richieste di molti cittadini che desiderano sposarsi nell’auditorium – ha affermato di Feo -. Il mio compito è quello di dare a tutti coloro che scelgono di sposarsi civilmente un matrimonio dignitoso, celebrato in un posto adatto e con gli spazi che garantiscano l’ordine pubblico. Nell’auditorium due anni fa ho dato il consenso per la celebrazione di un defunto di fede evangelica. Io l’ho ritenuto un bel gesto, rispettoso della religione altrui come scritto nell’articolo 8 della Costituzione Italiana». Infine il punto è stato approvato e chi, fra i luoghi comunali indicati per la celebrazione del matrimonio civile, vuole scegliere di sposarsi nell’auditorium dell’Assunta, adesso può farlo sempre secondo il regolamento previsto dal comune.