Partita la campagna di crowdfunding per l’ampliamento del Museo archeologico degli Ipogei di Trinitapoli. Lunedì mattina, alle 11, in concomitanza con l’avvio sulla piattaforma Derev, la conferenza stampa di presentazione del progetto. A relazionare il sindaco Francesco di Feo, l’assessore ai Lavori pubblici ed ispiratore dell’iniziativa Giustino Tedesco, l’assessore alla Cultura Marta Patruno, la coordinatrice della raccolta fondi sul web Marcella Loporchio, la presidentessa dell’associazione culturale promotrice del crowdfunding Elisabetta Tomaiuolo, la direttrice scientifica del Museo della Soprintendenza puglieseAnna Maria Tunzi. Appuntamento presso il museo, con connessa visita al piano terra inaugurato a febbraio 2015. L’esposizione attualmente allestita contiene i reperti della fase dell’adorazione alla dea della fertilità. L’apertura del primo piano, con lo strumento della raccolta fondi sul web consentirà la mostra dei reperti della seconda fase cultuale, quella funeraria, che testimonia quanto il Popolo degli Ipogei abbia lasciato testimonianze di sé per un periodo che parte nell’Età del Bronzo e si snoda per ben 8 secoli.

«Tre gli obiettivi della campagna – ha spiegato la direttrice del Museo, Tunzi – : esporre in modo permanente i corredi funerari provenienti dagli scavi presso il Parco degli Ipogei di Trinitapoli, far conoscere questa ricchezza culturale oltre i confini nazionali e contribuire a far percepire il museo come parte di sé, partecipando alla sua realizzazione compiuta». Ha chiarito la coordinatrice crowdfunding, Loporchio: «Sostenere il progetto di ampliamento del Museo di Trinitapoli è semplicissimo, basta cliccare sull’indirizzo https://www.derev.com/museo-degli-ipogei-trinitapoli e seguire le istruzioni. Le donazioni sono interamente deducibili e danno diritto ad una ricompensa. Sono certa che la community che si muoverà per l’obiettivo saprà realizzare questo sogno». Ha osservato la presidentessa Tautor, Tomaiuolo: «Il concetto di comunione d’eredità è alla base di questa iniziativa. Mira a creare un comune denominatore, individuato nei valori della nostra comunità sociale e culturale».