Un’opportunità, per chi non viaggia, di conoscere posti nuovi. In questo caso si tratta di una località sicuramente poco conosciuta, con le stazioni ferroviarie che comunicano fra loro tramite telegrafo e i taxi non sono altro che un mulo da soma e un carretto con tanto di ruote e fari segnaletici. Questo è il Sudan e a farlo esplorare alla gente di Trinitapoli è stato Giuseppe Beltotto, 76enne appassionato di fotografia e di viaggi. Nella terra dei Faraoni neri, sepolti in piramidi dai mattoni altrettanto scuri, è già la terza volta che il fotografo casalino si è recato con la sua fida macchina fotografica per immortalare le scene di vita quotidiana che la popolazione del deserto nubiano gli ha offerto. In una mostra, allestita nel Museo degli Ipogei, Beltotto ha esposto i suoi scatti che sono stati ammirati da tanti occhi increduli davanti a scene, inusuali in Italia, come la donna col velo che vende pistacchi per strada, le alunne di una scuola col volto coperto, una porta da colori sgarcianti e pezzi di storia del posto come i reperti archeologici, le tombe e le pitture rupestri. «Con questa mostra – ha affermato Beltotto – ho voluto concludere il mio viaggio. Per me fare un viaggio, vuol dire recarsi in un posto e scattare fotografie da esporre successivamente in una mostra. Io credo che una bella esperienza vada condivisa con chi sa apprezzare. Le foto che ho esposto sono un po’ varie. Il Sudan è ricco di archeologia, quindi ho dedicato il viaggio alla vita quotidiana della popolazione del posto, alle bellezze naturali e all’archeologia di cui il territorio è ricco».

Una passione per la fotografia che Giuseppe Beltotto iniziò a coltivare molti anni fa, nel 1965, quando gli fu regalata una Voigtlander Vitessa da alcuni suoi colleghi di lavoro della “Nuova Pignone” di Firenze. Da qui la sua amicizia col fotografo Angelo Saponara, a cui affidava i suoi rullini da sviluppare, e i primi scatti a Bari Vecchia e a Cassano Murge. Negli anni ’80 iniziò i suoi viaggi in giro per i mondo fino all’ultimo in Sudan. «Tanta gente, un po’ per pigrizia e un po’ per altro, viaggi non ne fa – ha concluso Beltotto -. Io voglio dare una mano a questa gente, regalando delle opportunità per conoscere nuovi posti».