Il gup del Tribunale di Foggia Domenico Zeno, al termine di un processo con rito abbreviato, ha condannato a 4 anni di carcere per tentato omicidio Angelo D’Argenio, pasticcere di 51 anni originario di Barletta, che lo scorso 21 febbraio ferì con tre colpi di pistola il contadino Giuseppe Bollino di 69 anni, anche lui originario di Barletta, mentre lavorava nelle campagne di Contrada Serrone, nei pressi della stazione Ofantino, in agro di Trinitapoli. L’arma, una beretta semi automatica calibro 9 millimetri a salve modificata, fu ritrovata dalla Polizia in un box utilizzato dal pasticcere. Secondo quanto emerso dalle indagini, alla base di questo gesto c’erano dei dissidi condominiali che erano sfociati in alcune cause civili. Il pasticcere, assistito dagli avvocati Ruggiero Sfregola e Francesco Sisto, all’epoca dei fatti fu incastrato dalle telecamere dell’autolavaggio in cui portò a lavare la propria auto subito dopo la discussione per cercare di cancellare le tracce. Bollino fu ricoverato al Policlinico di Bari non in pericolo di vita. Adesso sta bene ma i medici non gli hanno potuto estrarre i proiettili perché conficcati in zone delicate del corpo, cioè spalle, torace e uno vicino al cuore.

Il legale di D’Argenio, l’avvocato Ruggiero Sfregola, ha annunciato che farà ricorso in Appello. Inoltre ha sottolineato che il suo assistito ha utilizzato l’arma contro il contadino perché, dopo essersi recato nel podere di contrada Serrone, è stato minacciato dallo stesso con un paio di forbici da potuta. Il pasticcere ha confessato di possedere una pistola in quel periodo perché aveva ricevuto delle minacce legate alla sua attività. Ancora non è stato individuato chi abbia modificato la Beretta a salve in modo da sparare veri proiettili di calibro corto.