Si è concluso anche quest’anno il ciclo di scavi presso il sito archeologico di Salpi e Salapia. Dal 15 giugno al 27 luglio, esperti e ricercatori universitari di Foggia e Montreal hanno scavato presso la città romana di Salapia e nell’abitato medievale di Salpi, antenata di Trinitapoli. «Si tratta di due progetti triennali – ricorda l’assessore alla Cultura, Marta Patruno – : il primo concluso nel 2016. Ora siamo alla seconda annualità della seconda fase, che focalizza l’attenzione sul passaggio dalla città romana alla successiva Salpi, che si concluderà nel 2019. Le scoperte, alcune inattese, proiettano la nostra Trinitapoli tra le capitali internazionali della ricerca archeologica e ciò non può che farci piacere, anche in vista dell’inaugurazione del primo piano del Museo degli Ipogei, altra risorsa storica e turistica da rendere completamente fruibile al territorio e su cui si sta lavorando».

«Il 18 luglio, come consuetudine ormai da 5 anni, abbiamo celebrato Open Salapia con l’iniziativa Festa in laguna, progetto di archeologia condivisa svolto in collaborazione con la locale sede dell’Archeoclub d’Italia e le associazioni di volontariato Abs e Volontari Carabinieri – fa sapere l’assessore ai Lavori Pubblici, Giustino Tedesco – . L’obiettivo è quello di coinvolgere con sistematicità l’intera comunità locale e non solo, nella conoscenza e salvaguardia del patrimonio archeologico, aprendo gli scavi a visite guidate».

Due infatti, i siti su 8 ettari, oggi privati, attenzionati dagli studi delle Università di Foggia e Montreal. Una prima area, quella di Salapia, restituisce insediamenti risalenti al VII ed VIII secolo d.C., mentre sul cosiddetto Monte di Salpi insiste la città medievale, viva fino al XVI secolo, in parte progenitrice del Casale della Trinità, attuale Trinitapoli. Proprio qui, «stanno emergendo oltre che vere e proprie reti stradali – spiega Roberto Goffredo, docente dell’Università di Foggia – anche abitazioni monumentali a schiera, adornate con ceramiche e materiali finemente lavorati. Rinvenuto perfino un forno per la produzione di calce. È un’indagine ancora lunga ed affascinante che proseguirà nel 2019». Ultima settimana intensissima per Darian Totten, giovane docente del Department of Classics della McGill University di Montreal, impegnata sul fronte più antico degli scavi. «Abbiamo trovato tracce di rioccupazione – spiega – , che deduciamo da crolli di intonaco del VII secolo dopo Cristo, coperto da un successivo strato che indica una rioccupazione successiva». Strati di una storia sommersa che, nella parte alta del “monte”, hanno portato alla luce «case, mosaici e perfino cavità utilizzate probabilmente come silos per lo stoccaggio del grano».

Terminata la vita di Salapia, soggetta ricorrentemente a impaludamenti e malaria, dalle sue ceneri sorsero poi i primi insediamenti più direttamente legati all’odierna Trinitapoli. Gli scavi per quest’anno si sono conclusi, l’area privata è stata messa in sicurezza, in attesa dei risultati definitivi degli studi maturati dalle scoperte di questo luglio. Appuntamento con gli scavi di Salpi e Salapia, al 2019.