Proseguono a largo raggio le indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Foggia con l’ausilio dei militari della Stazione di Trinitapoli per risalire agli autori materiali e ad eventuali mandanti dell’agguato di domenica scorsa che ha visto l’uccisione del pregiudicato 40enne Pietro De Rosa ed il ferimento del 49enne Luigi Muriglio. Proprio la testimonianza dell’uomo ferito, sottoposto domenica stessa ad un lungo e complesso intervento chirurgico, potrebbe esser decisiva per gli inquirenti assieme alle diverse immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nell’area interessata dall’agguato.

La ricostruzione degli inquirenti ha provato a far luce sui fatti sin nell’immediatezza: sia De Rosa che Muriglio, infatti, erano a bordo di una Fiat Croma guidata dal 49enne. Improvvisamente l’auto è stata affiancata da una Renault Clio dalla quale è partita una prima raffica di colpi d’arma da fuoco che ha colpito l’autista al fianco. De Rosa, invece, ha tentato la fuga a piedi durata per diverse centinaia di metri prima di esser colpito al polpaccio. Qui i sicari lo avrebbero raggiunto, in via dei Liburni, e freddato con un colpo al capo. Una esecuzione vera e propria che potrebbe esser alla base di un regolamento di conti tra clan rivali. La vittima dell’agguato, infatti, sorvegliato speciale e ritenuto dagli inquirenti al vertice della criminalità organizzata locale. Nei momenti concitati del tentativo di fuga sembrerebbe esserci stato anche un tentativo di difesa da parte di De Rosa che avrebbe avuto un’arma nella sua disponibilità che evidentemente non è bastata ad intimidire i killer.

Almeno due, secondo gli investigatori, le armi utilizzate nell’agguato: una pistola e un fucile. I militari hanno ascoltato persone ritenute vicine alla vittima ed effettuato alcuni esami dello stub a pregiudicati della zona. Sembrerebbe esser ancora irrintracciabile anche uno dei pregiudicati a cui i militari dovrebbero effettuare lo stub. In via dei Liburni, dove è avvenuto l’agguato, gli inquirenti hanno recuperato una decina tra bossoli calibro 9×21 e cartucce calibro 12, mentre la pistola calibro 9×21 ritrovata sul luogo dell’agguato dovrebbe esser appartenuta proprio a De Rosa.

Nel pomeriggio di martedì, infine, si è riunito il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto Emilio Dario Sensi, proprio a seguito dell’agguato. A fronte delle preoccupazioni espresse dal Presidente della Provincia e dal Sindaco, che hanno evidenziato quanto la comunità locale sia rimasta profondamente turbata dall’atto criminoso e tema una escalation di analoghi gravi fatti criminosi, i rappresentanti delle Forze di polizia unanimemente hanno assicurato che accanto all’intensificazione dell’attività info-investigativa, sarà attuato un rafforzamento del presidio delle Forze dell’Ordine sul territorio, con mirati servizi di controllo nel Comune di Trinitapoli e nei limitrofi comuni ofantini.