Ben 770mila ettari sotto la scure della xylella: occorre prevenire e contrastare la diffusione del batterio che minaccia l’olivicoltura pugliese. È questo il tema dell’incontro di oggi alle 18 presso l’auditorium dell’Assunta, a cura dell’assessorato all’Agricoltura e l’associazione nazionale Città dell’Olio.

IL CONVEGNO | Saluti previsti, quello del sindaco Francesco di Feo e dell’assessore comunale Antonietta de Lillo. Il coordinatore di Città dell’Olio, Benedetto Miscioscia, introdurrà poi il tema che verrà sviluppato da 2 ricercatori del Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura Basile Caramia: Francesco Palmisano relazionerà in materia di epidemiologia e sintomatologia della malattia, ed Enza Dongiovanni illustrerà le misure di contenimento della xylella fastidiosa.

IL PROBLEMA | Il batterio patogeno scoperto in America attacca lo xilema della foglia e si riproduce nella pianta fino a disseccarla, bloccandone la circolazione di linfa grezza. Il primo focolaio in Europa si registrò il 13 ottobre 2013 a Gallipoli, probabilmente importato attraverso un insetto delle piante di caffè costaricano (cicalella sputacchina). Da quel momento, la xylella causa ingenti danni anche economici a tutta la produzione olearia, particolarmente significativa in Puglia, principale produttrice di olio di qualità in Italia, ed in calo del 65% nel 2017.

COSA FARE | Mentre il batterio risale dal capo di Leuca, devastando la Puglia alla velocità di 35 chilometri l’anno, scarsa informazione e sciatteria politica hanno evitato pronti interventi e soluzioni. «Oggi il Governo pensa a risarcimenti ai produttori – conclude de Lillo – . Probabilmente la Regione sbagliò a non ordinare subito di tagliare gli olivi infetti, Oggi, noi sentiamo il dovere di informare i nostri agricoltori. Crediamo sia la necessaria promozione del territorio che qualche giorno fa ci ha portati a discutere di fitofarmaci e che a metà marzo ci ha visti protagonisti alla rassegna triestina, Olio Capitale».