«Non possiamo fidarci della Regione e la risposta politica, non amministrativa, dell’assessore all’Ambiente ne è la prova». Il sindaco di Trinitapoli, Francesco di Feo, replica a Gianni Stea, che nei giorni scorsi aveva preso carta e penna e scritto, unico caso su 258 Comuni pugliesi, proprio al primo cittadino casalino, rigettando al mittente le accuse di di Feo, secondo cui la Tari nei Comuni sale per l’inefficienza regionale: «Quella di Stea sembra la risposta che darebbe un contadino in una sala operatoria: l’aumento della Tari è legata alla mancanza di impianti», semplifica di Feo.

COSTI DI TRASFERENZA | In ballo, l’annunciato e sperato risarcimento ai comuni dei sopraggiunti costi di trasferenza. Con la delibera di Giunta 1283 del 9 luglio scorso, la Regione Puglia disponeva trasferimenti di 3 milioni di euro alle amministrazioni locali, “per concorso parziale ai maggiori oneri per trasferimento e conferimento dei rifiuti solidi urbani”. «Pur apprezzando l’atto – spiega il sindaco di Trinitapoli – non ci fidiamo degli effetti e della tempistica di queste erogazioni. La Regione Puglia è da anni in ritardo con il piano dei rifiuti, sempre annunciato (anche durante la Fiera del Levante 2018) ma mai presentato. E questo è il problema: la Puglia non sa come chiudere il ciclo dei rifiuti, poco da aggiungere». Non conoscendo i tempi del risarcimento richiesto alla Regione, Trinitapoli martedì ha prudenzialmente “coperto” i costi di trasferenza con un aumento Tari di 7 euro a famiglia: «Se la Regione erogherà quanto ci spetta – assicura il sindaco – quell’aumento non verrà chiesto ai cittadini, ma se da Bari tentennano come sul piano dei rifiuti, allora noi possiamo procedere».

MANCANZA DI IMPIANTI | Le scelte di Nichi Vendola e Michele Emiliano, dal 2005 ad oggi, hanno determinato il “no” ai nuovi impianti: nessuna nuova discarica, niente termovalorizzatori, né biostabilizzatori. «La mancanza di impianti pubblici sta ultimamente agevolando privati spesso in regime di oligopolio – tuona di Feo a Stea – perché se abbiamo bisogno di affidarci ai siti di trasferenza privati, con i costi aggiuntivi ammessi dalla stessa Regione, è perché non si riesce a conferire quotidianamente i rifiuti nelle poche discariche disponibili. E così l’umido viene temporaneamente depositato presso questi siti privati. Come fa Stea a dire che non è colpa della Regione se aumentano i costi? Chi ha causato l’assenza di impianti? Perché le poche discariche sono quasi tutte sequestrate dai Carabinieri dei Noe? A queste cose dovrebbe rispondere un assessore, non ad un sindaco di provincia che denuncia quello che tutti i sindaci ben sanno: la Regione ha fallito anche sul ciclo dei rifiuti, pensando che la raccolta differenziata potesse essere panacea per tutti i mali».

NO” REGIONALI E “NO” LOCALI | Una discarica funzionante, fino al 2016, c’era: quella gestita da Sia Srl a Forcone Cafiero, al servizio degli allora 9 Comuni del Consorzio Fg 4. Poi fu sequestrata per mancata messa in sicurezza del V lotto ormai saturo. «Se il presidente Franco Metta avesse realizzato quanto previsto dall’Aia 66/2014, col VI lotto e 16 biocelle, i nostri rifiuti sarebbero stati raccolti e portati nella nostra discarica, a costi ridotti – osserva di Feo – . Se Metta non avesse imposto quel “no”, avremmo assicurato costi contenuti, vitali entrate per Sia (che ora invece spera di non fallire) e servizi migliori. Invece noi, sommersi dai rifiuti, abbiamo dovuto lasciare Sia e costituire il nostro Aro Bt3. Ora, con la gara unica, dopo aver salvato tutti i posti di lavoro, garantiremo anche un servizio migliore. Stea, invece di mandare letterine inutili, espleti le procedure per la nostra gara unica di Aro: attendiamo già da mesi».