E’ stata smantellata un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti nel territorio di Trinitapoli, nella Bat, che nel corso degli ultimi quindici anni è stata anche protagonista di una guerra di mafia per il controllo del territorio e dei traffici illeciti. Sono dodici le persone arrestate oggi dai carabinieri del comando provinciale di Foggia con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Per quattro di loro le accuse sono aggravate anche dalla disponibilità di armi e dal metodo mafioso.

Le indagini della direzione distrettuale antimafia di Bari si sono concentrate sul gruppo “Miccoli – De Rosa-Buonarota” rivali del gruppo “Carbone-Gallone”. Tra i dodici arrestati vi sono anche i fratelli Nicola e Michele Buonarota, di 42 e 44 anni, che avrebbero preso le redini del clan “Miccoli-De Rosa- Buonarota” dopo l’omicidio di Pietro De Rosa, avvenuto il 20 gennaio del 2019. Il gruppo criminale aveva come base operativa il quartiere delle “case maledette”, di Trinitapoli, sua autentica roccaforte, anche se le attività di spaccio al dettaglio avvenivano anche in altre zone. Notte e giorno, secondo quanto emerso dalle indagini, gli spacciatori si avvicendavano e venivano riforniti di droga: pusher che erano protetti da una rete di vedette. Nel corso delle indagini è emerso che agli spacciatori veniva garantito uno stipendio che poteva arrivare anche a 500 euro alla settimana. Cocaina, hashish e marijuana le sostanze vendute, non solo a Trinitapoli ma anche a clienti dei comuni limitrofi. L’ordinanza di custodia cautelare di oggi è stata emessa anche per Alberto Campanella, di 33 anni, già in carcere perchè accusato dell’omicidio di Cosimo Damiano Carbone, il boss del gruppo rivale di quello degli arrestati, ucciso a Trinitapoli il 14 aprile del 2019, domenica delle Palme.

In carcere anche il 30enne Giuseppe Campanella, Cosimo Damiano Miccoli 24enne, Vincenzo Musciolà (cl. ’88), Gesualdo Saracino 39enne, Michele Straniere (cl. ’84), Cosimo Damiano Vanni (cl. ’86) e Giuseppe Vitobello 30enne. Tutti, secondo gli inquirenti, partecipi del sodalizio con il compito di provvedere stabilmente alla vendita della droga ed alle attività strumentali al perseguimento del programma delittuoso, quali occultamento, custodia, trasporto della sostanza stupefacente nonché raccolta dei proventi illeciti. Finiti in manette anche gli associati che assicuravano il costante approvvigionamento degli stupefacenti, individuati nei cerignolani Angelo Racanati (cl. ’69) e Matteo Tufariello (cl. ’90).