La Regione Puglia, in una delibera datata luglio del 2020, ha stabilito il potenziamento della rete ospedaliera pugliese, aggiungendo altri nuovi 1255 posti letto e portando l’attuale media di 3,3 posti letto alla soglia di 3,7 posti letto ogni mille abitanti. Di questi 1255 posti letto in più (salvo modifiche) 658 si andranno a sommare a quelli già attivi nella lungodegenza, 123 saranno dedicati alla riabilitazione e 474 per la gestione delle acuzie.

«In questi giorni il capo del dipartimento della Salute, Vito Montanaro, ha annunciato che la Regione Puglia sta procedendo alla distribuzione, tra Asl e tra pubblico e privato, di questi 1255 posti aggiuntivi». Lo scrivono i segretari generali della Cgil Bat e della Fp Cgil Bat, Biagio D’Alberto e Ileana Remini in una lettera indirizzata al commissario straordinario della Asl Bt, Alessandro Delle Donne ed ai consiglieri regionali della Bat.

«Non conosciamo il criterio che si sta utilizzando per la ripartizione dei nuovi posti letto in programma ma riteniamo senza ombra di dubbio che il principio ispiratore debba essere quello di considerare le situazioni in cui si trovano i territori, partendo dalle condizioni di maggior sofferenza che le singole realtà rappresentano. La Asl Bat, con una presenza di 2,1 posti letto ogni mille abitanti (rispetto ai 3,3 della media regionale), riteniamo rappresenti la sanità più marginalizzata nel panorama pugliese. La precarietà di tale condizione è emersa in modo palese durante l’emergenza sanitaria, costringendo a riconvertire in presidio Covid-19 il più grande ospedale della provincia, con tutti i disagi e le privazioni che ha dovuto subire la popolazione residente», sostengono i due sindacalisti.

«Riteniamo che nel momento in cui si mette mano al ridisegno della rete ospedaliera, si debba tenere in debita considerazione il fatto che siamo un territorio enormemente penalizzato. Inoltre, vorremmo fare sapere che, quando ci sono le condizioni per correggere le storiche storture e le contraddizioni a danno degli ultimi, siamo pronti a seguire con attenzione le scelte che si stanno compiendo, oltre che pronti a fornire il nostro contributo per una equa distribuzione delle risorse. In questo caso, degli altri posti letto», concludono D’Alberto e Remini.